Segesta
- Calatafimi - Segesta
- Archeologia
Segesta, arroccata sul monte Barabaro, rappresentava la più importante tra città elime.
Punto di riferimento non solo degli Elimi stessi (popolazione probabilmente composta da indigeni e da genti straniere), presenti anche ad Entella e ad Erice, ma anche dei Punici, attestati nella parte occidentale dell’Isola e impegnati a contenere le mire espansionistiche di Selinunte.
Sin dal XVI secolo la fama di Segesta è sempre stata legata al tempio dorico e al teatro. Solo a partire dal 1987, le ricerche hanno iniziato ad individuare la conformazione della città nelle varie epoche storiche. Intorno alla metà del V secolo a.C. venne innalzato il tempio dorico, uno degli esempio più notevoli e meglio conservati della Sicilia.
La costruzione, delle dimensioni monumentali, con sei colonne sui lati corti, si presenta priva di cella e di copertura, probabilmente perché mai completata. Come testimoniano infatti le colonne senza scanalature, i blocchi dei gradini non scalpellati e gli abachi incompleti.
In età ellenistica Segesta assunse un aspetto fortemente scenografico. L’acropoli sud era occupata quasi esclusivamente dalla edilizia privata, mentre sull’acropoli nord trovavano sede i grandi edifici pubblici, tra i quali l’agorà (individuata nell’attuale piazzale di parcheggio) e il bouleuterion, entrambi compromessi dal successivo insediamento di età medievale.
In questo contesto trova logica collocazione il celebre teatro costruito tra il III e il II secolo a.C. in posizione dominante e rivolto verso nord sul paesaggio delle colline circostanti e del mare.
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