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Palermo

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Panormous (dal greco “tutto porto”) è stata fondata dai Fenici nel  VII secolo a.C.  su un luogo già densamente popolato, grazie al suo clima mite e al fertile terreno.

Nel 254 a.C. fu conquistata dai Romani, poche tracce si trovano di questi in città.

Il suo periodo d’oro iniziò sotto la dominazione araba (VIV secolo), quando Balarm divenne uno dei principali centri islamici in Occidente.

Mentre la città si espandeva, crebbero nuovi quartieri, come la Kalsa, quartiere fortificato sul mare e la residenza dell’emiro.

Nel 1072 la città cadde in mano ai Normanni sotto il conte Ruggero d’Altavilla. Egli però consentì  ai commercianti, artigiani e alla popolazione musulmana, di continuare ad esercitare liberamente le proprie occupazioni. Questo ha portato allo sviluppo dell’ arte e dell’architettura in stile arabo-normanno.

Nel XIII secolo, Palermo e la Sicilia sono state rilevate da Federico II di Svevia (1212).

Dal XV al XVII secolo la Sicilia divenne una provincia aragonese governata da un viceré. Le sue istituzioni, la cultura e i costumi sono stati modellati su quelli Spagnoli.

Nel 1735 gli spagnoli riacquistato potere sotto Carlo di Bourdon e la Sicilia divenne  nuovamente governata da un viceré.

Nel 1815 il Congresso di Vienna unì le corone di Napoli e di Palermo, stabilendo così il Regno delle Due Sicilie.

Durò fino al 1860, quando Garibaldi sbarcò a Marsala con i Mille e, dopo un plebiscito, la Sicilia fu annessa al Regno di nuova costituzione d’Italia.

Uno dei periodi più importanti dell’arte siciliana è stata la straordinaria fusione stilistica rappresentata dalla architettura arabo-normanna. 

Nelle chiese di grandi dimensioni la struttura classica si sposa alla decorazione bizantina e forma islamica.

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